Isabel Allende nasce l’8 agosto 1942 in Cile. È una donna, per fortuna.
La sua vita non è stata facile sin dall’inizio: a causa del divorzio dei genitori, non conoscerà mai il padre, sparito per sempre prima che la madre, sola con tre figli, deciderà di stabilirsi a Santiago del Cile. La casa del nonno dove andò a vivere sarà rievocata del celebre romanzo “La casa degli spiriti”, rifiutato da tutti gli editori latino-americani per il semplice fatto che l’autrice fosse dichiaratamente una donna, oltre che una sconosciuta.
Isabel si definiva una “fortunata”, sì perche grazie a suo zio Salvador, non le mancarono mai occasioni e borse di studio, nonchè ogni genere di svago. Ma la piccola non era quieta, sin dall’età di 5 anni iniziava a frugare nella biblioteca del nonno e nel baule lasciato dal padre latitante, conservato come una reliquia; i suoi primi libri, ci fa sapere, furono Jules Verne ed Emilio Salgari, quale onore per noi italiani.
La sua vita tranquilla sotto l’ala protettrice dello zio, fatta di romanzi ascoltati alla radio e sfogliati con amore puro e leggiadro per ciò che di più sublime l’uomo ha, fu interrotta dal nuovo matrimonio della madre nel 1956, che la portò a conoscere il mondo duro e vero, insieme alle discriminazioni sessuali del tempo, “La casa degli spiriti” sarà edito addirittura a Barcellona da Plaza y Janés: il successo divampa in tutto il mondo con decine di traduzioni diverse. Intanto l’11 settembre 1973 il colpo di stato militare guidato dal Generale Augusto Pinochet termina un’altra fase della vita della Allende: l’evoluzione dei fatti la costringe ad inserirsi per la prima volta attivamente nella vita politica del suo paese, dando asilo politico ai perseguitati ed autoesiliandosi per evitare di diventare strumento ricattabile del regime.
Da questo momento è un’escalation naturale di successo con “D’amore e ombra” fino a “Paula” (non è altri che la figlia della scrittrice, morta il 6 dicembre del 1992 di una malattia rara e incurabile dopo aver passato un lungo periodo in sofferenza), passando per “Eva Luna”, nel 1991 esce poi “Il piano infinito”.
Isabel Allende, messa spesso a confronto con Gabriel García Márquez, a cui sicuramente si ispira, è stata più di una scrittrice, più di una mente libera innamorata della propria libertà, Isabel è stata donna per tutte le altre.