Diario di Rorschach
12 ottobre 1985
Venerdì notte a New York un Comico è morto. E non c’è niente da ridere.
Watchmen una miniserie a fumetti in 12 albi, firmata Alan Moore e disegnata dal britanico Dave Gibbons, che venne pubblicata in albi mensili dalla DC Comics tra il 1986 e il 1987.
Watchmen è una graphic novel sferzante, intrisa di simbolismo, dove ironia e decadenza viaggiano parallelamente e la caratterizzazione psicologica dei personaggi e delle loro vicende personali è estremamente accurata. La trama è molto articolata, ricca di collegamenti e di ottimi spunti di riflessione.
La sceneggiatura è talmente bella, ricca, evoluta da non poter essere commentata. Ma sono i personaggi quelli che ti entrano nel cuore. Così imperfetti, complicati, “storti”…umani. E’ dimenticato il supereroe termine di paragone per rettezza morale, equilibrio, perfezione: qui c’è la malattia mentale, la crudeltà, l’amoralità, il rimpianto e la solitudine. Non puoi non amarli, sono troppo veri, troppo umani.
E’ un fumetto che merita di essere letto, meditato.
1985. In piena guerra fredda gli USA e L’URSS rischiando di coinvolgere l’intero pianeta nel dramma dell’olocausto nucleare. Gli Watchhmen sono sempre più isolati e un killer di maschere si aggira per New York. Rorschach indaga sugli omicidi e quello che scoprirà non gli piacerà affatto. Alan Moore supera se stesso firmando un capolavoro immortale e senza tempo!
Grazie alla maestria nella trama Watchmen è denso di significati, di rimandi, citazioni e cultura, non stupisce il fatto che sia stato premiato con i maggiori premi per Sci-Fi Novel quando uscì, pur non essendo un romanzo.
Di Watchman ci sono tutti gli intermezzi da godersi, tutti quei frammenti di giornali, lettere, interviste, che non fanno che rendere tutto ancora più dolorosamente vero.
Quello che spicca veramente in questo lavoro però è la qualità della scrittura e la complessità dei rimandi interni, sia narrativi che grafici, l’alto livello di simbolismo, la perfetta fusione fra testo, disegno e struttura. Una dimostrazione di quali sono le peculiarità del linguaggio-fumetto.
Che cosa succede quando il sogno americano si avvera?
Che cosa succede se Dio nasce da un reattore nucleare?
Che cosa succede se un comico muore?
Che cosa succede se non si riesce ad impedire la salvezza del mondo?
… Succede che, alla fine, la termite vince.
Non ho ulteriori parole per descriverlo ma vi consiglio, spassionatamente, di leggerlo. Se siete come me, l’innamoramento non sarà istantaneo, ma subentrerà man mano che entrerete nella storia.
Unico consiglio: se non l’avete già visto, evitate la visione del film prima di leggere il fumetto. Watchmen rimarrebbe comunque una bella lettura, ma uno dei miei rimpianti è che mi è mancato l’effetto sorpresa.
Ed ora, vi lascio come farebbe Rorchach, con uno spezzone del suo diario così cinico e malinconico, triste come un travestimento poco riuscito:
Diario di Rorschach
16 ottobre 1985
Un uomo va dal dottore. È depresso. Dice che la vita gli sembra dura e crudele. Dice che si sente solo in un mondo che lo minaccia e ciò che lo aspetta è vago e incerto. Il dottore dice: “La cura è semplice. In città c’è il grande clown Pagliacci. Vallo a vedere e ti tirerà su”.
L’uomo scoppia in lacrime.
“Ma dottore”, dice, “Pagliacci sono io”.
Buona questa.
Tutti ridono.
Rullo di tamburi.
Sipario.