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Scrivila in silenzio la tua poesia.
Nel silenzio si nasconde ogni parola.
Ieri sera nello spazio polifunzionale della libreria “I Letterati” (www.iletterati.com) di Frattamaggiore (NA) ho assistito ad un reading della ‘nostra’ Erlinda Guida: le sue poesie sono state lette dalla voce dell’attrice Angelica Argentieri e accompagnate dalla musica di Gianluigi Capasso e Alessandro Mormile. La pittura di Urbano Buonfiore e la fotografia di Lena Guida hanno dato una dimensione multisensoriale alla serata, un’esperienza davvero bella che vi invito a fare se passate di là.
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Erlinda è una ragazza, così almeno pare a guardarla: una di quelle che potresti incontrare in metropolitana mentre tengono i pensieri tra le cuffie del lettore mp3, sparate in corsa tra una giornata e l’altra di quella grande mattinata che sono i vent’anni.
Mi piace pensare che siano queste le isole nel nostro mare, oggi: che siano così tutte le persone della sua età, e che lei abbia il dono speciale di raccontarsi in versi.
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Lei sa come
Chiusa dietro le note di uno stereotipo che si pone essa stessa,celata dietro una maschera rattoppata,
ogni pezzo è una scritta,
ogni scritta è una storia,
ogni storia è uno scudo.Dietro lo scudo…
…la magia.
Una poesia di risate cristalline,
di occhi spalancati,
di parole appena accennate,
è il suono di un violino ,
che Solitario e sperduto in una strada grigia,
strappa via dalla strada incolore il suo sporco
e risuona stridente e dolce tra le mura ingrigite.Gli occhi troppo acuti,
troppo vissuti,
di chi ha amato,
chi ha perso,
chi s’è rialzato,
di chi sa come fare per alzarsi ancora e ancora e ancora.
Gli occhi di chi sa com’è parlare con il cuore,
vivere con il cuore,
conoscerlo…il cuore.
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La poesia di Erlinda Guida è attenta, curata, quasi apprensiva: è come se lasciasse all’aria un biglietto importante, e restasse nei paraggi continuando a tenerlo d’occhio per paura che voli via col vento. A volte le immagini ricorrono e si raddoppiano nella successione dei versi, altre ancora vengono giù tutte insieme e si tirano dietro colori, profumi, ricordi: l’autrice in piena inquadratura diventa allora la bambina che si regge alla finestra per guardare la pioggia, e ci rende spettatori della sua meraviglia.
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La carta resta carta
Le persone nate d’amore,
le riconosci perchè hanno sempre gli occhi un pò più lucidi,
hanno un bel sorriso
hanno imparato perfettamente come coprire la frustrazione,
ma osserva bene .
Hanno le occhiaie
le spalle curve,
quando ti parlano abbassano lo sguardo
hanno sempre paura.
Hanno incorporata la tecnica perfetta dell’abbraccio,
sanno trovare l’incastro perfetto ,
hanno sempre le mani calde.
Le persone che amano non sono mai quiete,
i loro cuori si nutrono di tumulti
sospiri e sussulti.
Sono nate con questo difetto.
Sono sempre attratti dal polo negativo,
a cercare dimore vuote da abitare,
da colorare e da riscaldare.
Ma il cemento
resta cemento
e la carta
resta carta.
Amare disperatamente,
sconsideratamente e
inconsciamente
gusci vuoti,
con gli occhi pieni di speranza
nell’attesa di riavere indietro ciò che loro hanno donato a occhi chiusi.
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Ho ascoltato a lungo anche l’eco delle parole, a serata finita, ed è stato come osservare fotografie dei cartelli con i nomi delle città: dentro ci trovavi tutto, gli stati d’animo che si sono raccontati da soli con tanto di cadenza non sono stati poesie ma rappresentazioni di un’opera interiore, e hanno fatto al contempo provincia, didascalia ed esperienza.
Lei quasi come niente fosse era lì che si teneva le spalle e ascoltava, e sorrideva emozionata: osservava con un misto di sorpresa e rapimento il Dio potente che aveva liberato, e che ancora adesso si diverte nel mostrare agli altri quanti terremoti possono scatenarsi in un solo istante.
Proprio una bella scoperta.
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