Vorrei che tu venissi da me in una sera d’inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo.
C’è una piega nascosta nel tessuto che unisce la realtà con i sogni: una strada minuscola che spesso nelle nostre giornate non riusciamo a imboccare, presi come siamo dalla vita e dalle abitudini. Provare a percorrere un sentiero diverso, trovarsi spiazzati da una verità improvvisa può cambiare le nostre prospettive e portarci a soluzioni nuove in grado di regalarci riflessione e Meraviglia.
Prendete questo preambolo, chiudetelo in un racconto e sarete di fronte a qualcosa di Dino Buzzati.
Buzzati è stato musicista, pittore, giornalista e scrittore: da questa sua capacità di leggere il mondo attraverso tutti i sensi è nata la speciale attitudine a inserire nei suoi racconti improvvisi cambiamenti, quasi formule magiche in grado di capovolgerli. E’ un vero maestro del genere.
In “Inviti Superflui”, nella raccolta ’60 Racconti’ del 1958, Buzzati incontra i sentimenti amorosi, che appena un anno dopo metterà giù nella forma di “Un Amore”, splendido romanzo edito da Mondadori nel 1963. Il protagonista del racconto chiede ad una lontana passione di accompagnare la sua vita: non esiste un finale definito, e tutto è lasciato all’interpretazione del lettore. L’innamorato vede scorrere davanti a sè stagioni decadenti e felici, come in un disperato sogno costantemente interrotto dalla coscienza in un continuo corto circuito.
Ci terremo semplicemente per mano e andremo con passo leggero, dicendo cose insensate, stupide e care. Fino a che si accenderanno i lampioni e dai casamenti squallidi usciranno le storie sinistre delle città, le avventure, i vagheggiati romanzi. E allora noi taceremo, sempre tenendoci per mano, poiché le anime si parleranno senza parola.
Il ricordo di un amore passato, l’angoscia del futuro per un amore nuovo, il rimpianto per un amore finito: non c’è una vera soluzione di continuità nei nostri sentimenti, è abolita ogni linea temporale, la mente abbraccia e dagli occhi è tradita. L’Amore è un dizionario nuovo che si sovrappone al registro del cuore e cambia il nostro modo di leggerlo e di scriverlo, e a volte ci rende incomprensibili all’oggetto dei nostri desideri.
Tu penseresti al tuo povero domani e inutilmente sopra di te le statue d’oro sulle guglie alzeranno le spade agli ultimi raggi. Ed io sarei solo.
L’Amore vero non vive di sè, ma del confronto tra due Universi, è il sogno di provarlo unito alla realtà di viverlo: il protagonista capisce che c’è un altro cielo sopra il suo, e per trovarlo (ironia della sorte) deve scontrarsi con lui. E la Realtà è un pianeta ostile, con una Regina lontana che ha un cuore occupato e un’altra concezione della vita.
Forse tutte queste sono sciocchezze, e tu migliore di me, non presumendo tanto dalla vita. Forse hai ragione tu e sarebbe stupido tentare. Ma almeno, questo sì almeno, vorrei rivederti. Sia quel che sia, noi staremo insieme in qualche modo, e troveremo la gioia. Non importa se di giorno o di notte, d’estate o d’autunno, in un paese sconosciuto, in una casa disadorna, in una squallida locanda. Mi basterà averti vicina. Io non starò qui ad ascoltare – ti prometto – gli scricchiolii misteriosi del tetto, né guarderò le nubi, né darò retta alle musiche o al vento. Rinuncerò a queste cose inutili, che pure io amo.
Amore è avere il coraggio di perdersi, mettere un sasso in una fionda e lanciarlo contro una montagna nella speranza di disintegrarla: ancora, è il coraggio di comprendere che questa montagna non verrà mai giù, eppure continuare a colpirla, con tutte le forze, senza risparmiarsi mai.
Tu sei dentro a una vita che ignoro, e gli altri uomini ti sono accanto, a cui probabilmente sorridi, come a me nei tempi passati. Ed è bastato poco tempo perché ti dimenticassi di me. Probabilmente non riesci più a ricordare il mio nome. Io sono ormai uscito da te, confuso fra le innumerevoli ombre. Eppure non so pensare che a te, e mi piace dirti queste cose.
Leggendo Buzzati ho sempre avuto bisogno di confrontarlo con le cose che vivo.
Nell’ultima ora di questa domenica e nel tempo passato a scrivere ho rafforzato la mia convinzione: che resti a terra o viva tra le nuvole, Amore è un Titano, un gigante fortissimo figlio del Cielo e della Terra che non si rassegna a soccombere al Destino e a nessun Dio, e resta dentro di noi nonostante il tempo, contro ogni logica,
Fino alla fine di tutto.