“A Natale puoi, fare quello che non puoi fare mai…”
Come per esempio partecipare ad una nobile iniziativa intrapresa dal comune di Acerra, che per le prossime vacanze natalizie, offre una mostra straordinaria che ci fa riscoprire il “caro vecchio Natale” in tutte le sue affascinanti sfaccettature:.
L’evento, intitolato “Caro Gesù Bambino” e inaugurato dal vescovo Rinaldi e dalla dottoressa Dini Ciacci Galli (presidente regionale Unicef), è iniziato l’8 dicembre e si concluderà il 6 gennaio 2011 , presso piazza Castello, ad Acerra, in provincia di Napoli, ed ha subito riscosso un notevole successo, grazie alla fitta partecipazione di grandi e piccini!
Lo scopo è profondo e nobile: un invito ad abbandonare il consumismo quasi stressante che viviamo in queste feste, concedendoci un tuffo nella vera storia del Natale, fatta di senso religioso, ingenuità infantile e speranza di pace.
Ci si rivolge ai bambini attraverso un’iniziativa molto simpatica: i più piccoli possono scrivere una letterina a Gesù Bambino, senza alcuna offesa per Babbo Natale, confidandogli i loro più segreti desideri e sogni; mentre invece per i grandi la mostra apre un’intera galleria con icone sacre di famosi artisti come D’Angelo, i presepi del maestro Cardiero ed i pastori in ulivo palestinesi. Inoltre è molto particolare la reale costruzione della storia di Gesù Cristo attraverso mappe dell’intero territorio palestinese.
Un connubio perfetto tra storia e religione, dove l’arte svolge il suo ruolo di prestigio; un momento che può essere di riunione per la famiglia, di divertimento per i giovanissimi e di apprendimento per chi vuole saperne di più riguardo una festa, che ultimamente sembra solo essere colorata di rosso, tempestata da regali e inondata da canzoncine e campanelli…
Ed è per questo che mi avvio a correre due grossi rischi: primo, l’essere banale, perchè “udite!udite!signori!”, ma il Natale non è solo questo e, secondo, l’apparire ripetitiva e di parte, quando affermo con fierezza che esso è… cultura! Che non si compra in nessun centro commerciale e non si impacchetta sotto l’albero, ma è semplicemente storia…la nostra, della nostra civiltà, quella civiltà che non fa distinzioni tra chi crede o non, ma che ci unisce tutti, soprattutto se è Natale!