Sussurrare fino all’ultimo momento ciò che vorresti non dire, convincerti che non dirlo sarebbe la cosa migliore, pensare che non far uscire dalla tua bocca quelle parole sia la scelta che tutti avrebbero fatto, questo rende un uomo schiavo.
Cos’è dunque la perversità? Secondo lo statunitense, la Perversità è quell’istinto:
“sotto la cui influenza agiamo per alcun motivo comprensibile, sotto la cui influenza noi agiamo solo perché non dovremmo.”
Il senso di colpa di ogni nostra azione ci perseguita, ci rincorre, ci attanaglia come assassini in una cella, come filosofi in una bisca. I racconti di Poe, sono sempre taglienti ed attenti, sempre scandagliano alla perfezione l’animo umano e danno risposte o solo domande a cui noi cediamo a nostra volta, altre domande e così via per sempre, fino a che la perversità non s’impadronisce di noi e facciamo il male, per la pura voglia di far male.
“Io non sono tanto sicuro di respirare quanto lo sono del fatto che la certezza del male o dell’errore di una datazione, di solito è l’unica forza invincibile che ci spinge, essa e nient’altro che essa a condurre a fondo quell’azione.”
Quanto di vero c’è nelle parole di Poe, quante verità? Ammirarlo in quanto uomo le renderebbe banali, ma più coraggioso è criticarlo come artista.
Riuscireste voi a muover critica ad un pensatore che ci pone dinanzi il dramma più cruento della nostra vita? Il desiderio dell’annientamento subitaneo, che con tanto più impeto lo avviciniamo quanto più desideriamo di buttarci senza sapere cosa c’è infondo al precipizio o conoscendo alla perfezione quello che vuole dirci il fremito di terrore che ci pervade, quando scorgiamo soltanto un buco nero e nient’altro.
La nostra vita pendola tra due opposti, tra definito ed indefinito o almeno così ci pare come sottolinea questo scavo psicologico di un assassino in carcere per il volere di se stesso, per il senso di colpa che attanagliava la sua mente ed i suoi pensieri. Un senso di colpa che faceva percepire l’agonia e le angosce di quel fantasma che continuamente come un muro, bloccava i suoi flussi vitali. Un fantasma creato dalla stessa certezza di voler essere scoperto, dissolto nel fumo, svanito. Come ogni giallo che si rispetti l’assassino ha sempre voglia di uscire allo scoperto.